Possibile insabbiamento dell’ipotesi guasto tecnico del Volo EgyptAir 804? Il commento del prof. Francesco Marulo

11.06.2016 18:38
 
 
Il 19 maggio una tragica fine ha visto protagonista il volo EgyptAir 804 con i suoi 56 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio. Il velivolo coinvolto, un Airbus A320 - 232, è partito dall’aeroporto di Parigi, era diretto al Il Cairo. Il bilancio è tragico: nessun sopravvissuto. A distanza di quasi un mese dall’incidente ancora non si sa con certezza cosa sia accaduto. Si è parlato ovviamente di terrorismo, ma la rivendicazione non è arrivata. Il possibile guasto tecnico o errore del pilota è stato escluso da Airbus e dalla compagnia Egyptair. Le scatole nere ad oggi sono state intercettate. Le operazioni di recupero sono ancora in corso. Abbiamo chiesto un parere al prof. Francesco Marulo, professore di Strutture Aerospaziali, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. In merito all’ipotesi attentato il professore si espresso in questo modo: “E’ vero che non c’e’ stata alcuna rivendicazione al momento, ma mi sembrerebbe che l’ipotesi attentato non sia da escludere del tutto”. Il giorno stesso dell’incidente l’Intelligence USA ha parlato di probabile bomba a bordo. Gli investigatori francesi hanno confermato la presenza di fumo a bordo (e rilevata da più di un rivelatore di fumo) pochi minuti prima che l’aereo scomparisse dai radar. Diversi addetti ai lavori hanno parlato di esplosione del motore. Il prof. Marulo dichiara: “un aeroplano del genere, tra l’altro con relativamente poche persone a bordo può’ tranquillamente volare con un solo motore. I passeggeri quasi non se ne accorgono. Ovviamente bisogna capire se l’avaria del motore non abbia causato altri problemi. Il fumo/fiamma del motore e’ una emergenza gestibile. Non molto tempo fa un A380 di Qantas ebbe un problema ad un motore (fiamma). Il pilota spense il motore e rientro’ in aeroporto dopo circa due ore di volo”.
 
Si spera che si possa far luce al più presto e consegnare ai familiari la verità dell’accaduto. 
 
di Adelchi Maria Rendola e Alessandra Schiavone